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FELICEMENTE IMPERFETTI

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Una ragazza molto gentile e curiosa è venuta a trovarmi recentemente e ci siamo sedute a chiacchierare. Dopo tante altre domande più tecniche, mi ha chiesto quale fosse la parola che meglio poteva descrivere me e i miei fiori.

Domandona!

Ci ho pensato un attimo e poi ho avuto l'illuminazione: "felicemente imperfetti", ho risposto. Perché loro sono il mio specchio e io lo sono sicuramente e, finalmente, orgogliosamente. Dopo troppi anni passati a non apprezzarmi, ora mi adoro così, con i miei piccoli e grandi difetti, o caratteristiche, che mi rendono unica.

Così sono anche i miei fiori: indiscutibilmente bellissimi, ma non perfetti. Hanno steli troppo corti, a volte pure stortignaccoli, fioriscono tutti troppo o troppo poco, hanno un morsetto di bruco o cetonia, un petalo fuori posto... . Però resistono, sono forti. Vedono il sole e la luna, soffrono il caldo e la pioggia battente, il vento li inclina, qualcuno si spezza. Gli altri si rialzano, sono come le vite di tutti noi. Perché è inutile raccontarcela, possiamo eventualmente tendere alla perfezione e arrivarci vicini in qualche momento, ma il resto non lo è, non lo siamo e va benissimo così, dobbiamo esserne fieri, orgogliosi. Siamo unici.

Lo stress e l'angoscia che derivano dal confronto con gli altri ci fa malissimo. Dobbiamo convincerci della nostra perfezione accettarci e amarci per come siamo, lavorando su di noi per renderci più simili alla nostra vera essenza. Solo allora saremo splendidi e brilleremo; la gioia di piacersi di amarsi e rispettarsi è unica. E' un esercizio per imparare a godere di ogni attimo, di ogni momento, perché la perfezione dura solo pochi attimi, poche ore, al massimo. Quello di adesso, per me, lo è: scrivere con un caldo sole autunnale contornata di fiori e folate di profumo di olea fragrans. 

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